Il blu del cielo e dell’acqua, il verde di valli e distese, il giallo, il rosa e il violetto delle infinite specie di fiori. Innumerevoli le sfumature e le variazioni di colore che accompagnano il visitatore che sceglie di immergersi nell’ambiente del parco…
Mille sono le opportunità di conoscere, di scoprire, di vivere l’immenso patrimonio naturale del Parco dei Monti Picentini, in un paesaggio mutevole e magnifico. Chilometri di sentieri, strade suggestive percorrono le terre dei Picentini. La natura calcarea e le piogge frequenti hanno dato luogo ad un esteso carsismo, con numerosi inghiottitoi, collegati a cavità sotterranee, entro i quali si sottrae alla vista il reticolo idrografi co superficiale, la cui acqua è molto gradevole.
Le sorgenti alimentano i due più importanti acquedotti della Campania, quello del Sele, diretto in Puglia, e quello di Serino, diretto a Napoli. Percorrendo i sentieri e le strade del Parco è possibile incrociare rare specie, sia di fl ora che di fauna. Notevole è l’elenco floristico che ammonta a 1260 specie, di cui circa il 7% endemiche e subendemiche. Tra queste meritano di essere ricordate soprattutto le rarissime Aquilegia champagnatii e Oxytropis caputoi, nonché l’acero, la betulla pendula, il pino nero, numerose specie di orchidee e moltissime altre ancora, che rendono il Parco un vero paradiso botanico. La fauna dei monti Picentini è, ancora oggi, assai varia e di notevole interesse. Tra i mammiferi vanno segnalati vari generi di chirotteri e roditori, la lepre e il cinghiale. Meno frequenti il lupo ed il gatto selvatico. Rari i carnivori. Comune la volpe. È possibile avvistare l’aquila reale, il falco pellegrino, il picchio nero, il gufo reale. Tra i rettili si trovano la luscengola, il cervone, la vipera, la lucertola muraiola. Nella fauna ittica va ricordata l’arborella appenninica. Gli anfibi sono ampiamente rappresentati: salamandra pezzata, salamandrina dagli occhiali, tritoni, rane italiche e dalmatine, raganelle e bombine popolano i torrenti ed i boschi dei Picentini in gran numero.
Campagna, autentico scrigno di bellezze naturali, è Porta della Natura. Città delle due oasi, l’Oasi di Monte Polveracchio e l’Oasi di Persano, oltre all’immenso patrimonio naturale, è ricca di arte, di storia e di tradizioni, tant’è che rappresenta uno dei centri storici minori più interessanti del Mezzogiorno d’Italia. In seguito al disastroso sisma del 1980, qui si è accentuato un intenso sentimento di tutela delle proprie radici, che si è tradotto nel recupero e nella valorizzazione del folclore. La storia si fa viva nel ripristino sapiente di antiche tradizioni: ‘A Chiena e i Fucanoli, due manifestazioni di origini remote che spiegano perché Campagna è denominata “Città del fuoco e dell’acqua”. ‘A Chiena, la cui prima testimonianza risale ad un atto di Giunta Comunale del 1865, si tiene nel cuore dell’estate. I Fucanoli, antico rituale pagano-religioso, illuminano – il 17 gennaio – la notte di Sant’Antonio Abate, qui come in tante altre campagne meridionali. Chiese, conventi e monasteri parlano di un’intensa vita religiosa ed artistica: la Cattedrale di Santa Maria della Pace, il Santuario di Santa Maria di Avigliano, il Convento Agostiniano, il Monastero di San Sebastiano, l’Eremo di San Michele di Montenero ed altro ancora.